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Analisi Preliminari

La prima visita è un momento cruciale sia per il professionista che per il paziente.

È influenzata da tre variabili:

Variabile psicologica | Variabile soggettiva | Variabile oggettiva

Variabile psicologica

La persona che si appresta ad una visita lo fa portandosi dietro delle esperienze che creano delle aspettative. Queste aspettative valgono sia per il cliente che per il professionista.

La dieta, come ripeto spesso, non è un oggetto che si vende o si acquista; per funzionare ha bisogno che tutti gli interpreti remino dalla stessa parte. È realmente un lavoro di squadra.

Tra il professionista e il paziente si deve instaurare un rapporto di reciproca fiducia. Il professionista si impegna a garantire la sua massima professionalità, competenza e disponibilità; il paziente si impegna a mettere in pratica i consigli che gli vengono forniti.

Questo "contratto" è efficace solo se si riescono a mettere da parte le classiche resistenze che si presentano ogni qualvolta ci si appresta ad un cambiamento.

È chiaro che queste resistenze non possono essere messe da parte nell'arco di qualche ora ma sarà il rapporto di fiducia ed i risultati a farle crollare.

Variabile soggettiva

Nella prima visita è importante studiare bene le abitudini attuali e soprattutto il background della persona, ad esempio se ha praticato o pratica sport o se ha avuto nella sua storia oscillazioni di peso, a che diete si è sottoposta (per quanto tempo e quante volte nella sua vita), eventuali problemi di salute, patologie, intolleranze, allergie, tipo di attività lavorativa, frenetica, sedentaria, a turni.

Tutte queste variabili vanno analizzate per capire meglio la situazione attuale e per scegliere il protocollo più adatto.

Per questo le diete a distanza, gli allenamenti on-line/app o l'uso di "bibitoni" sono da valutare con cautela poiché sono tutti protocolli generalisti e non personalizzati. È la personalizzazione a fare la differenza.

Tutti i protocolli alimentari e di allenamento funzionano ma dipende a chi vengono somministrati.

La dieta deve essere sicuramente personalizzata per quanto riguarda la composizione e la struttura corporea ma deve esserlo anche per quanto riguarda la routine quotidiana della persona.

Le resistenze maggiori sono: “non ho tempo”, “questo non posso farlo”, “io non ci riuscirò mai”, ecc.

Dedico molto tempo alla prima visita e lascio sempre molto margine tra una visita e l'altra quando posso. Questo perché solo con l'ascolto totale del paziente si può creare empatia. L'ascolto per me è molto importante e mi permette anche di poter scremare le persone.

Mi è capitato, durante il corso della mia attività professionale, di rinunciare a seguire delle persone dopo la prima visita perché non mi comunicavano fiducia o comunque disponibilità al cambiamento proprio perché in questi casi il percorso non può che avere un esito fallimentare.

La prima visita serve anche a presentare ed accettare le regole di ingaggio (alcuni esempi):

  • impegno ad effettuare controlli mensili (ogni 30gg)
  • saldo delle visite saltate senza un preavviso di 24 ore
  • cessazione del rapporto in caso di comportamenti non funzionali al raggiungimento dell'obiettivo
  • in caso di sospensione della dieta nel caso si voglia ricominciare si deve saldare di nuovo il costo della prima visita.

Queste regole mi servono per mantenerti motivato, determinato e solo così potrai raggiungere in breve tempo il tuo obiettivo.

Variabile oggettiva

È difficile dire quale sia la variabile più importante ma sicuramente avere il supporto dei dati ci aiuta a non prendere iniziative sulla base delle emozioni e delle sensazioni. Queste ultime due non sono mai affidabili, i dati invece non mentono mai.

Durante la prima visita così come nei controlli mensili si effettua un'indagine antropometrica per valutare la struttura e la composizione corporea (massa magra, massa grassa) attraverso pesata, circonferenze, plicometria e diametri ossei.

Queste misure oltre a fare la fotografia della situazione attuale ci permetteranno di monitorare nel tempo l'andamento della dieta e dell'eventuale allenamento.

Valutare l'andamento di un percorso nutrizionale attraverso la sola bilancia è una cosa assolutamente scorretta.

ANALISI DELLA COMPOSIZIONE CORPOREA

La bilancia è l'unico strumento domestico che abbiamo per valutare il nostro percorso ma come tutti gli strumenti presenta dei pregi e dei difetti.

È uno strumento altamente inaffidabile per quanto riguarda la massa grassa, ci dà informazioni su un volume totale ma non ci dice cosa sta cambiando realmente e subisce ogni minima variazione dell'acqua corporea.

La veloce oscillazione del peso tra un giorno e l'altro spesso è dovuta solo all'acqua e quindi solo un'analisi della composizione corporea ci permette di capire come sta cambiando il nostro corpo.

Può essere eseguita con 3 metodi:

  • Dexa: strumentazione altamente costosa presente solo in alcune strutture mediche; rappresenta il gold standard
  • Plicometria: strumento manuale che permette di misurare con precisione in millimetri il grasso sottocutaneo; quantifica il grasso e stima per differenza la massa magra; attraverso delle formule empiriche si ottiene la percentuale di massa grassa e massa magra.
  • BIA: strumento computerizzato che sfrutta la conducibilità elettrica dei tessuti attraverso degli elettrodi collocati sulle mani e sui piedi; il muscolo contiene acqua, quindi, conduce; il grasso non contiene acqua, quindi, ostacolerà il passaggio della corrente; lo strumento misura l'idratazione, quindi la massa magra, e per differenza stima il grasso.

Io personalmente lavoro con il plicometro, uno strumento comodo, rapido e trasportabile.

Posso capire in quale zona del corpo la persona dimagrisce maggiormente o con più difficoltà; in base a questo posso modulare dieta e allenamento. È molto affidabile, riesce a intercettare ogni piccola variazione di alimentazione e di allenamento. Riesco anche a capire la diversa intensità di allenamento nei diversi gruppi muscolari.

Al plicometro non sfugge nulla!

ADIPOSITÀ LOCALIZZATA

La localizzazione del grasso è determinata sì geneticamente (maschi: addome, femmine: cosce e glutei) ma è una generalizzazione semplicistica, molto dipende dalle nostre abitudini.

Una cattiva alimentazione è in grado di stimolare delle alterazioni neuro-endocrine che limitano la deposizione di grasso in specifiche zone.

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